Cécile Cassel, sorella di Vincent Cassel e cognata di Monica Bellucci, si vergogna di avere recitato nel film Barbarossa di Renzo Martinelli.
Cosa è successo a Cécile? Sul set, fra le braccia di Raz Degan, si è lasciata andare a effusioni e fusa troppo animalesche e quando è tornata in sé si è pentita della sua libidine??
Per nulla!
La vergogna è dettata da questioni politiche. L'ingenua Cécile non sapeva che Barbarossa è un film che ha forti legami con la Lega Nord (non per nulla recita anche Umberto Bossi!) e con il governo italiano. Alla prima erano presenti Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti, Umberto Bossi, Roberto Calderoli, Ignazio La Russa, Letizia Moratti e Roberto Formigoni.
Cécile, che in Francia è una paladina degli immigrati clandestini, ha dichiarato a Max:
"Se avessi saputo cosa c’era dietro non avrei accettato. Quando prendo parte a un progetto mi piace sapere tutto. In questo caso, dei fantasmi politici dietro Barbarossa non sapevo nulla. Finite le riprese sono venuta in Italia per girare Ex di Fausto Brizzi e amici e colleghi mi hanno raccontato chi erano i padrini del progetto. A quel punto ho detto che non avrei risposto a nessuna domanda sugli aspetti politici del film".
Il passo dell'intervista è stato ripreso perfino dal Daily Telegraph. L'attrice non si è presentata alla prima e ha rilasciato un'ulteriore dichiarazione a proposito del lato politico del film:
"Io non parlo di Bossi. Ho fatto un film storico da 30 milioni di dollari, girato in inglese, su un episodio glorioso della città in cui vivo, e che amo: Milano".
Bossi invece è entusiasta, dato che il film celebra la sconfitta di Federico Barbarossa ad opera della Lega Lombarda nella battaglia di Legnano: "Alberto da Giussano è un personaggio che amo molto. In lui rivedo e rivivo quello che spirito che muove un popolo a conquistare i propri diritti e la propria libertà, mettendo a rischio la vita stessa. Oggi ci sono altri Alberto da Giussano che lottano per la conquista della libertà con modalità diverse e con armi che non sono necessariamente belligeranti. Segno che il desiderio di libertà non muore mai".